La Nostra Azienda

Profumi d'Infanzia

"Il Nome di Ogni Vite"

Quando penso alla mia infanzia, il primo profumo che ricordo non è quello del pane caldo o della terra bagnata.
È il profumo dell’uva matura, che si alzava dolce e denso dai filari nelle prime ore del mattino.
Quel profumo era
nonno Raffaele.

Era il 1949 quando piantò la sua prima vite. Aveva solo diciott’anni, ma gli occhi pieni di quella luce speciale che solo i visionari possiedono. In un tempo in cui tutti seminavano solo ciò che conoscevano, lui osò piantare varietà mai viste prima, tra cui il Nero di Troia e un alloctono affascinante: il Cabernet Sauvignon.

Diceva:

Un giorno questi grappoli parleranno lingue diverse. E noi dovremo solo ascoltarli.”

E lui li ascoltava davvero. Perché nonno Raffaele aveva dato un nome a ogni pianta di vite.
C’era Rosa, la più vigorosa, sempre carica di grappoli. Poi Giacomo, un po’ storto ma resistente. E poi c’era Lidia, che diceva fosse “timida”, perché maturava sempre per ultima.

Ogni pianta aveva il suo carattere, il suo umore. E lui li conosceva tutti, come si conoscono i figli.

Quando avevo appena tre anni, durante la vendemmia, mi prendeva per mano e mi portava con lui tra i filari.
Le sue mani grandi, forti e segnate dal sole, stringevano le mie piccole con tenerezza infinita.
Mi affidava un compito importante:

"Tu porta le cassette vuote, io le riempirò."

E io correvo felice, inciampando tra i ceppi e la terra, mentre lui sorrideva e con una carezza mi rimetteva in piedi.

Nel pomeriggio, mentre il sole cadeva dietro il colle, mi indicava le foglie che si muovevano nel vento e diceva:

Guarda, quelle sono le parole del vigneto. Ascoltale.”

Oggi cammino tra gli stessi filari, diventati più ordinati, più vasti, ma mai più vivi di allora.
Quelle piante, molte delle quali ancora portano il nome che lui scelse, continuano a parlare.
E io, con orgoglio e rispetto, continuo ad ascoltarle.

Perché il vino, nella nostra famiglia, non nasce in cantina. Nasce da una passeggiata mano nella mano, tra vite e cielo.

A nonno Raffaele, che ci ha lasciato in eredità la terra, il coraggio…
e un vigneto pieno di nomi e di vita.

Ripresa dal basso di un filare di una vigna di Cantine Fiore durante una vendemmia

Coltivazione Biologica

“Non ci si prende cura della vite. Ci si prende cura del suolo che la sostiene.”


Così è nato il nostro modo di coltivare.
Un modo che oggi chiamano biologico, ma che per noi è sempre stato naturale.

Panorama di un vigneto della Murgia Pugliese

Il Vino si fa in Vigna

“Il vino non si costruisce,” diceva, “si accompagna.”

La cura manuale è ancora la regola: potatura, vendemmia a mano, selezione dei grappoli pianta per pianta.

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Cantine Fiore

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